RICEVIAMO E CON GIOIA PUBBLICHIAMO. GRAAAANDE SANCHO PANZA

Riceviamo e con gioia pubblichiamo:
“Signori,
permettetemi qui di riconoscere qualche merito a questo ultimo intervento dei Nostri (volendo rappresentare con questo appellativo tanto il maschile quanto il femminile). Non lo faccio esclusivamente a titolo amicale, come un favore formale che un amico fa ad un altro amico, anche se una cosa certamente è vera: ho la fortuna di averli come amici, i più nobili e generosi che un uomo possa sognare di incontrare. Nulla di strano se ora è l’amicizia a guidare la mia mano mentre scrivo queste righe, tanto più che l’amicizia non è mai stata d’ostacolo nel riconoscere ciò che la normale onestà intellettuale potrebbe, anche da sola, riconoscere.
Signori, lo scritto dei Nostri, dicevo, è vero. Come insegna Brecht, le difficoltà da superare per chi vuole scrivere la verità sono diverse.
Innanzitutto occorre il coraggio di scrivere la verità. Dire oggi che è prioritario rivendicare il minimo necessario a rendere dignitosa la vita, in un momento in cui l’emergenza pandemica sembra richiedere sacrifici d’altro genere, è cosa che richiede coraggio. E, inoltre, aiuta a fare chiarezza. Già, perché oltre al coraggio, occorre anche avere l’accortezza di riconoscere la verità. Che c’entra oggi polemizzare contro Draghi, parlare di capitale finanziario, di privatizzazioni, di ricchi e poveri quando il mondo è soggiogato dalla pandemia? C’entra, a meno che non si pensi che il Covid sia stato causato da piani complottisti o dai laboratori cinesi, e non abbia invece alcun legame con le politiche neoliberiste riguardo, per esempio, ambiente e sanità. Davvero è possibile dire la verità sui più di due milioni di morti per Covid (per tacere degli altri) senza dire nulla contro il capitalismo? Infine, per poter scrivere la verità, occorre saper scegliere coloro nelle cui mani la verità diventa efficace. “La verità su certe condizioni deplorevoli dobbiamo dirla a coloro che di queste condizioni più soffrono. La verità è combattiva, non solo combatte la menzogna, ma anche quelle determinate persone che la divulgano”. Per questo, cari amici, avete la mia gratitudine. Certo non è facile reagire, ma quel “cri…cri…cri…cri…” finale è davvero e giustamente impressionante. Soltanto continuando a cercare gli strumenti per non rassegnarsi a trovare normale ciò che è consueto, naturale ciò che è regola, potremo avere la forza di trasformare quel tenue coro di grilli e cicale in un roboante ruggito leonino (ma, in un primo momento, anche la simpatica piaga delle cavallette non sarebbe male).

SANCHO PANZA”

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