Dopo oltre 100 ore di sciopero i lavoratori della Giuliani Arredamenti (Emilia-Romagna) hanno vinto.

A tutti quelli che, anche a sinistra, utilizzano certe formule del marxismo (“esercito industriale di riserva”), che tutto è fuor che biblico.

👁 La loro tesi è: la migrazione dai paesi africani è usata dai padroni per abbassare i salari e indurire le condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori italiani.

Sulla mancanza di scrupoli da parte dei padroni assetati di profitto non abbiamo dubbi.

🔻 Il tema è un altro: quale posizione, quale prospettiva di lotta assumiamo noi lavoratr@, precar@, disoccupat@, student@ e pensionat@ pover@.

Se le condizioni di lavoro peggiorano in maniera così rilevante è perché, sul piano soggettivo, manca una maggiore combattività e una maggiore tensione ad accomunarsi nella lotta per un lavoro più degno.

Per noi che stiamo in basso l’alleato più importante è la nostra combattività così come la nostra sorellanza e fratellanza che va al di là del colore della pelle e del paese d’origine.

📣 Una storia attuale da cui prendere esempio:

‼️‼️ Dopo oltre 100 ore di sciopero i lavoratori della Giuliani Arredamenti (Emilia-Romagna) hanno vinto: comincia il percorso di stabilizzazione per gli 84 lavoratori in somministrazione che saranno assunti entro la fine dell’anno. L’esito felice è stato ottenuto dopo una dura vertenza dei lavoratori.
L’azienda operava nella fornitura di PoltroneSofà sfruttando manodopera migrante in condizioni di igiene degradanti (es. Una latrina esterna in lamiera come bagno) e in assenza di misure di sicurezza. Ai lavoratori venivano fatti contratti anche solo da una settimana per diversi anni, ora potranno anche eleggere la propria rappresentanza sindacale all’interno dell’azienda.
La precarietà più estrema è resa possibile anche grazie ad una norma del collegato al lavoro, varato a dicembre dal governo Meloni.

🔻 Victor, impiegato alla Giuliani da 7 anni, in condizioni terribili: il giorno in cui hanno deciso di scioperare, dice ora, “è stato il più bello della nostra vita”.
🔻 “Siamo qui per dire basta – disse Oumar, da 8 anni interinale – non possiamo più accettare questi contratti pietosi senza misure di sicurezza, non siamo trattati né da artigiani né da operai”.

L’escamotage sulle spalle dei lavoratori ha consentito al gruppo Poltronesofà fondato nel 1995 da Renzo Ricci di diventare il marchio di divani e di poltrone più venduto in Italia e uno dei principali in Europa con ricavi, nel 2022, di 544 milioni con un utile di 62 milioni di euro.

✊🏾✊🏾🌍🌍La lotta per un lavoro degno, per una vita degna è, deve essere, sarà di tutt@ quell@ che stanno in basso per tutt@ quell@ che stanno in basso.

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