7 mesi fa scrivevamo un appello per PER UN MOVIMENTO POPOLARE CONTRO LE GUERRE DEI MILIONARI

7 mesi fa scrivevamo un appello per PER UN MOVIMENTO POPOLARE CONTRO LE GUERRE DEI MILIONARI:

“Contro lo scontro tra imperi dominati dai grandi ricchi, per quelli che stanno in basso, sfruttati e impoveriti di tutti i paesi europei, è urgente che si arrivi a forme di lotta e di contrasto privi di illusioni sulla ragionevolezza e sulla sensibilità di chi sta in alto nei confronti della tragedia e delle sofferenze dei popoli trascinati nella guerra. Fame, morte e distruzione che già il popolo ucraino sta vivendo, per difendere quale patria? Una patria asservita ai grandi ricchi di turno? O una patria dove i miliardari vengono forse duramente tassati al servizio della giustizia sociale e ambientale, della solidarietà, di una vita degna, di scuole, ospedali, servizi pubblici degni? Spetta a noi un chiara indicazione”.

L’intervento è risultato essere di una lungimiranza che trova conferme: vi proponiamo di seguito stralci di un interessante articolo sulla svendita del patrimonio pubblico ucraino ai miliardari occidentali.

Lo scontro di fondo non è fra democrazie occidentali e autocrazie orientali, ma fra imperi di miliardari che coinvolgono i popoli in guerre fratricide attraverso apparati ideologici estremamente seduttivi e radicalmente falsificanti.

Qui stralci dell’articolo:
Lo scorso 8 maggio il governo di Kiev e l’americana BlackRock Financial Market Advisory hanno sottoscritto l’accordo sul “Fondo di sviluppo dell’Ucraina”.
Formalmente, dovrebbe trattarsi di attività tese ad attirare investimenti nel settore energetico, nelle infrastrutture, nell’agricoltura ucraine. Di fatto, si è aperta la strada alla totale svendita dei principali settori dello stato ucraino, a partire dalle preziosissime “terre nere” (le più fertili che si conoscano) e dalla rete elettrica del paese.
Da parte di Kiev, con tale accordo, si tratterebbe di saldare gli enormi debiti contratti coi creditori occidentali, soprattutto per le forniture di armi e gli “aiuti” finanziari.
Ora, direttamente o indirettamente, l’elenco delle attività ucraine della BlackRock comprende titoli di società quali Metinvest, DTEK (energia), PrJSC MHP (agricoltura), Naftogaz, Ferrovie ucraine, Ukravtodor, Ukrenergo.
Stando a LandMatrix, a maggio 2022, 17 milioni di ettari di terreno agricolo (su 40 designati nella banca fondiaria) erano già di proprietà di Cargill, Dupont e Monsanto.

La BlackRock è il più grande fondo di gestione patrimoniale al mondo, con un valore che – allo scorso 1 gennaio – era valutato in poco meno di novemila trilioni di dollari: più o meno quanto il PIL di Germania e Francia messe insieme. E, come ovvio, un così enorme valore finanziario conferisce alla compagnia anche una corrispondente influenza politica.
Azionista di tutte le principali società finanziarie e farmaceutiche, colossi militari-industriali e media, oltre che sponsor della Banca Mondiale; gestisce anche tutti i programmi del Federal Reserve System USA, per l’acquisto di obbligazioni societarie.
Ex alti funzionari della BlackRock entrano spesso alla Casa Bianca.
Tra i top manager della compagnia, ci sono vari ex ufficiali della CIA e la compagnia stessa finanzia il fondo di investimento “In-Q-Tel” della CIA.
Di fatto, varie imprese strategiche ucraine, anche “nazionalizzate”, passano ora sotto controllo transnazionale. La BlackRock gestirà il debito estero ucraino che, stando al Ministero delle finanze ucraino, a fine marzo ammontava a 132 miliardi di dollari, pari al 89% del PIL.

Fonti ucraine ipotizzano che nell’accordo siano coinvolti vari personaggi a più riprese accusati di corruzione: tra gli altri, l’ex capo della Banca nazionale, Valerija Gontareva, l’ex Ministra delle finanze Natal’ja Jaresko (cittadina USA), il miliardario Viktor Pinchuk.
In questo contesto, osserva sulle Izvestija Andrej Kuzmak, indicativi appaiono i dati di Forbes, secondo cui lo stesso presidente, Vladimir Zelenskij, nel 2022 avrebbe più che raddoppiato le proprie fortune: da 650 milioni a 1,5 miliardi di dollari.

La situazione che si sta verificando ora con l’Ucraina, ricorda il ricercatore Aleksandr Dudchak, non è nuova: Kiev non sarà in grado di saldare i debiti, ma i “partner” occidentali possono rifarsi accaparrando terre o asset. (Asset: Qualsiasi bene di proprietà di un’azienda, macchinari, merci, ecc., che possa essere monetizzato e quindi usato per il pagamento di debiti.)

E’ già successo: «nel 2010 Berlino esortava Atene a cominciare a vendere proprietà statali e isole disabitate, per coprire i debiti del Paese.
Kuzmak ricorda anche i casi di Argentina, Ecuador o Messico: nell’ultimo caso, la BlackRock ha ottenuto la gestione dell’intero sistema pensionistico del paese.
Fondi quali Blackrock o Franklin Templeton, dichiara il politologo ucraino Aleksandr Rodžers, sono i cosiddetti “avvoltoi”, specializzati nell’acquisto di beni a basso prezzo, specialmente dopo fallimenti, insolvenze, ecc., che li deprezzano.
Per quanto riguarda l’Ucraina i resti di imprese e terre ucraine verranno presi praticamente per niente, per essere poi rivenduti: «Zelenskij se ne rende conto? Penso di si. Ma a lui non importa, riceverà la sua tangente dalla transazione e la trasferirà su un conto offshore britannico».

Il capo della società privata di intelligence “R-Tekhno”, Roman Romačev, afferma che l’Ucraina non è che un “progetto commerciale”. Basti ricordare «cosa fece Hitler quando invase l’Ucraina: prima di tutto iniziò a portar via terra nera coi treni. Gli americani usano una tecnica diversa: hanno acquistato le terre cui sono interessati. Ora vogliono spostare il fronte quanto più possibile a est, perché è là che si trovano le terre nere. Società come la BlackRock sono i beneficiari del conflitto, che ha costretto Kiev alla svendita di ottime terre».

L’Ucraina è indebitata fino al collo, afferma Gevorg Mirzajan. Deve restituire i finanziamenti e per farlo svende le migliori risorse ai “partner” occidentali.
In altre parole, si tratta di un «ritorno del debito in natura”.

Noi lo definiremmo uno strozzinaggio che ricade sulle condizioni di vita e di lavoro della maggioranza della popolazione ucraina che sta in basso, sui servizi essenziali (salute, istruzione ecc.). ad opera di spietati saccheggiatori, consorzi di miliardari, “occidentali” o “orientali” che siano. Saccheggio che certamente non finisce per migliorare le condizioni dei poveri, degli sfruttati in “occidente” ma ingrassa le tasche di un ristretto manipolo di miliardari.

No alla guerra dei milionari, giustizia sociale e giustizia ambientale! Alla lotta lavoratori, uniti si vince!

One Comment

  1. Ringrazio di cuore per questo articolo e per la vostra lettura, che forniscono strumenti e argomentazioni delle quali non ero personalmente a conoscenza.
    Nella speranza che possa essere utile a rafforzare il quadro interpretativo, arricchire le argomentazioni e quindi la lotta, riporto poche righe di Frantz Fanon, una delle figure più critiche e impegnate nella lotta di liberazione dei paesi africani contro il colonialismo europeo: “La borghesia nazionale volta sempre più le spalle all’interno, alla realtà del paese e guarda verso i capitalisti stranieri che si assicurano i suoi servigi. I circuiti economici del giovane Stato sprofondando irreversibilmente nella struttura neocolonialista. Il bilancio è alimentato da prestiti e doni. La potenza capitalista moltiplica le esigenze, accumula concessioni e garanzie. Il popolo ristagna deplorevolmente in una miseria intollerabile, l’immensa maggioranza, i nove decimi della popolazione, continuano a morire di fame”.
    Le analogie che, fatti i debiti adattamenti, esistono tra la situazione in Ucraina e l’analisi di Fanon, confermano, casomai ve ne fosse ancora bisogno, il carattere colonialista anche di questa guerra. La memoria storica aiuta ancora una volta a smascherare la retorica con cui i miliardari tentano di legittimare l’oppressione contro l’umanità.

    Sancho Panza

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