Battaglia culturale o contro-culturale?

Vi riportiamo il finale di una recente intervista a Jean-Luc Mélenchon, il quale ha guidato l’Unione popolare, fronte di sinistra radicale, arrivando quasi a vincere le elezioni in Francia.

“Quale ruolo intende svolgere nei mesi a venire?

Una certa ritirata senza ritirarsi. Agirò nella battaglia culturale. Probabilmente con la fondazione “La Boétie”, che è stata incaricata dalla France Insoumise. Vorrei ancorare il movimento insoumise alla sua radice filosofica fondamentale, l’umanesimo politico radicale.”

Un po’ tardi ma in tempo ci è arrivato anche Mélenchon alla centralità della battaglia culturale nell’attuale quadro storico-sociale.

Benvenuto, benvenuti, siamo pronti al dialogo e alla critica.

Noi abbiamo scelto di chiamarla battaglia contro-culturale, linea chiara fin dal titolo perché non è equivoca come la mera battaglia culturale. Battaglia contro-culturale, contro il grande capitale e suoi detentori, per la giustizia sociale e ambientale, per una vita degna e ricca di gioia di vivere per tutt@ quell@ che stanno in basso.

(Dalla dichiarazione fondativa del cuneo rosso di Controcultura: Spazio aperto Be.Brecht – Trento)

Invitiamo Mélenchon a devolvere come minimo la metà del suo stipendio al movimento, a meno che non lo faccia già.

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