LA NOSTRA PIÙ COMPLETA SOLIDARIETÀ E IL NOSTRO ATTIVO SOSTEGNO AL DOTTOR ANDI NGANSO

La nostra più completa solidarietà e il nostro attivo sostegno al dottor Andi Nganso, medico di 32 anni di origini camerunensi, aggredito la notte del 17 agosto scorso al Punto di Primo Intervento di Lignano Sabbiadoro mentre cercava di curare un paziente sessantenne appena arrivato in ambulanza.

Il paziente dopo aver pronunciato battute sessiste su un’infermiera ha rivolto al sanitario decine di insulti, tutti a sfondo razziale:
“Negro bastardo schifoso, pezzo di m***, che schifo. Preferivo due costole rotte in più piuttosto che un dottore negro. (…) Mi viene da vomitare, se lo sa Zaia… Croce Rossa Lignano, i negri all’arrembaggio. La laurea da voi costa 500 dollari, pezzente. Non toccarmi, che mi attacchi le malattie”.

Tutti i gusti son gusti ma non siamo per niente d’accordo con l’autolesionismo del paziente rissoso.

Riportiamo con rispetto e affetto alcune dichiarazioni del medico del pronto soccorso di Legnano di origini camerunensi:

“Non c’è niente di sporco e di schifoso nel coraggio del 19enne che sono stato di decidere di voler venire a studiare in Italia. Non c’è niente di sporco o di schifoso nella mia laurea in medicina e chirurgia, nei miei anni passati a lavorare in Croce Rossa Internazionale al fianco al Presidente Rocca. Non c’è niente di sporco e di schifoso nella scelta di voler proseguire il mio percorso professionale nel salvare vite nonostante la delicata complessità della medicina d’urgenza. È tutto limpido e tutto splendido nella mia nerezza e nelle mie radici Bamileke di cui sono profondamente orgoglioso”.

“Il razzismo è nell’aria. Lo respiriamo quotidianamente in ogni luogo della nostra società. La rappresentazione mediatica, le strumentalizzazioni politiche, le narrazioni tossiche in ambito educativo e la mancanza di una sincera discussione sugli effetti del passato increscioso coloniale di questo Paese sono tutti gli ingredienti che contribuiscono a mantenere questo status quo di dolore per le persone nere e razzializzate in Italia. Le aggressioni (verbali e fisiche) nei confronti di soggetti neri in questo Paese stanno aumentando e, per tutti noi ormai, il timore di essere il prossimo Alika (brutalmente soffocato in piena luce) è sempre più reale”.

Sempre Andi Nganso prosegue:
“Non possiamo permettere che questi sentimenti, meschini e vergognosi emergano incensurati e diventino qualcosa di socialmente accettato.”

Invitiamo tutti a contrastare l’infame ottusità di un’ideologia che scherma e stravolge la realtà dei fatti, aggredendo un uomo che bianco, nero, verde o blu ti sta aiutando.

A te aggressore razzista autolesionista:

Invece di reagire e indirizzare la rabbia contro le ingiustizie di un sistema dove 26 miliardari possiedono la ricchezza di 3, 8 miliardi di persone, dove la concorrenza significa per lo più salari miserabili mentre l’1% della popolazione se la spassa ingrassando le proprie ricchezze con conseguenze gravissime sui servizi sociali e la solidarietà sociale, aggredisci chi ti sta aiutando, aggredisci uno che ha scelto di stare in prima linea in un pronto soccorso a curare chi più ha bisogno.

Chiunque tu sia, sappi che l’autolesionismo è una disgrazia.

Non sappiamo se capirai, lo speriamo, siamo certi che molti altri capiranno.

È giusto finire con il nostro grazie e il nostro più sincero rispetto e caldo affetto al dottor Andi Nganso.

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