LETTERA AL MANIFESTO SULLA PROPOSTA DI UNA GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A MILANO PER IL 25 APRILE

Care compagne e cari compagni del Manifesto, aderiamo alla vostra proposta di una grande manifestazione nazionale a Milano per il 25 aprile, divergendo radicalmente su due punti.

1) Il primo punto riguarda la mancanza di un riferimento esplicito alla NATO, alla sua struttura e al suo ruolo. L’Italia, come ben noto, fa parte dell’impero euroatlantico militarmente dominato dalla NATO sotto l’invadente egemonia statunitense. Sono infatti più di 120 le basi militari statunitensi e Nato sul nostro territorio.

“Costruire la pace con tenacia contro ogni cupo presagio bellico, far tacere le armi in Europa, fermare l’invasione russa dell’Ucraina con la trattativa” come scrivete nel vostro appello, è una prospettiva che condividiamo e che non può realisticamente eludere la critica al ruolo della NATO, ruolo che esemplifichiamo in questi 3 punti.

a) L’imposizione della soglia minima del 2% del PIL in armamenti, miliardi sottratti alla sanità pubblica, alla scuola pubblica, all’ambiente, al diritto alla casa e a un lavoro dignitoso.

b) Il coinvolgimento di strutture Nato nelle stragi neofasciste della nostra storia recente (la nuova inchiesta sulla strage di Piazza della Loggia porta al comando Nato di Verona)

c) La strategia di espansione ad Est della NATO come fattore agente nella guerra in corso, uno scontro fra imperi di miliardari, per il momento sulla pelle del popolo ucraino, che rischia di portarci a una Terza guerra mondiale nucleare. Noi lavoratrici e lavoratori, disoccupati, precari, studenti e pensionati poveri di qualsiasi nazione abbiamo tutto da perdere dalla tendenza in atto alla collisione degli imperi, la storia insegna.

2) Il secondo punto critico riguarda la “pace giusta” a cui fate riferimento per quanto riguarda la Palestina. Quali scelte effettive comporta? Il 25 aprile fu una lotta di liberazione dalla feroce occupazione nazifascista in Italia. La Resistenza palestinese lotta da decenni per una liberazione dall’occupazione del colonialismo israeliano, per il diritto al ritorno dei profughi cacciati dalle loro terre e per il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Una pace giusta richiede un cessate il fuoco immediato, la restituzione di tutti gli ostaggi, così come il ritiro dell’occupazione israeliana, la fine del colonialismo d’insediamento israeliano (colonie che continuano a espandersi in aperta violazione della IV Convenzione di Ginevra), la fine del regime di apartheid dello “Stato ebraico”, la fine dell’ espropriazione della terra palestinese, la fine dei check-points ad ogni angolo, recinzioni, divieti, perquisizioni, pestaggi, uccisioni (dal 2008 al giugno 2023 sono 1434 i bambini vittime delle forze di occupazione israeliane!!!- fonte ONU), la fine delle distruzioni di case, di ulivi, degli attacchi armati perfino a ragazzi/e mentre vanno a scuola, la fine di arresti e detenzioni senza formulazioni d’accusa, di torture e ricatti, il ritorno a casa dei profughi cacciati dopo la pulizia etnica iniziata nel ’47-48 (Nakba, catastrofe: 800000 palestinesi cacciati dalle loro case e terre). Giustizia per tutti i morti palestinesi ammazzati e mutilati dai cecchini israeliani durante “la grande Marcia del ritorno” del 2018, la pacifica manifestazione davanti al muro di cemento e filo spinato che imprigiona Gaza finita in una strage di palestinesi disarmati da parte dell’esercito israeliano. Giustizia e solidarietà militante per tutte le israeliane e gli israeliani che si battono per una pace giusta, per la fine dell’occupazione, per il riconoscimento dei palestinesi, per una comune umanità. Un esempio: la coraggiosa diciottenne israeliana Sofia Orr che lo scorso febbraio è stata imprigionata per aver rifiutato il servizio di leva con questa motivazione: ”Non voglio partecipare all’occupazione dei palestinesi. Lo faccio per tutti gli israeliani, anche se solo una esigua minoranza lo comprende, e i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, perché ogni essere umano merita di vivere in dignità e sicurezza”.

Per noi 25 aprile significa accomunarsi e battersi assieme ogni giorno per la giustizia sociale e ambientale, contro le guerre fra imperi di milionari, per un futuro degno per tutte e tutti quelli che stanno in basso, contro la sopraffazione del più forte sul più debole a casa, sul lavoro, nelle strade, nelle città, nelle campagne, contro il razzismo e per la liberazione dei popoli oppressi dai colonialismi.

GIUSTIZIA PER LA PALESTINA! PALESTINA LIBERA!CONTROCULTURA: SPAZIO APERTO BE.BRECHT – TRENTO

Seguendo il suggerimento di un nostro interlocutore abbiamo aperto un canale Telegram! Per dialogare e criticare le nostre proposte di critica alla cultura dominante vi invitiamo a iscrivervi: https://t.me/ControculturaSpazioapertoBBrecht

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *