“Non avevo mai visto niente di simile”

A Gaza l’esercito israeliano mette in campo i cani robot: la sperimentazione dell’efficacia di un nuovo orrore high tech sulla pelle dei bambini, delle donne, degli anziani, degli uomini palestinesi, da vendere caro sul mercato mondiale degli armamenti proprio perché testato “sul campo”.

L’orrore del genocidio di un popolo prosegue.

Vi riportiamo stralci di un’intervista a Richard Brennan, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, responsabile di un’organizzazione del tutto esente da ogni tentazione bolscevica.

“Non avevo mai visto niente di simile”

“SIAMO OLTRE LA CATASTROFE. Di 30mila uccisi il 65% sono donne e bambini. Non è quello che ci aspetta da un conflitto combattuto tra due parti militari: normalmente la maggioranza delle vittime sono uomini. A questo si aggiungono oltre 70mila feriti di guerra difficili da gestire. Proiezioni della Johns Hopkins University e della London School of Hygiene and Tropical Medicine parlano di 85mila morti possibili nei prossimi sei mesi. Per traumi non curati, malattie e trattamenti per condizioni croniche non ricevuti.”

“C’erano 36 ospedali a Gaza, oggi solo 12 parzialmente funzionanti. Non credo di aver mai assistito a niente di simile e come me molti funzionari umanitari di lungo corso. Un tale livello di sfollamento, come quello di Rafah, non lo avevo mai visto. Né avevo visto offensive che costringono ospedali ad evacuare in massa. Dove dovrebbero andare?”

“L’80% della popolazione è stata spinta verso aree sempre più piccole e sovraffollate. A Rafah c’è un bagno ogni 400-600 persone, la defecazione all’aperto è diffusa. Per questo sono in corso epidemie di diarrea ed epatite. Ne temiamo altre. Una possibile epidemia di morbillo tra i bambini malnutriti potrebbe essere altamente mortale.”

“A nord il 15,5% dei bambini sotto i due anni è gravemente malnutrito. Prima del conflitto, il tasso era sotto l’1% tra i bambini sotto i cinque anni. I bambini malnutriti hanno più probabilità di contrarre infezioni, diarrea, morbillo, polmonite. C’è anche il rischio di condizioni a lungo termine nello sviluppo cognitivo.”

“Prima del conflitto entravano 500 camion di aiuti al giorno, ora un centinaio ma a fronte di una crisi umanitaria gravissima.”

“Gli aiuti di per sé non sono la risposta a tutti i problemi. C’è bisogno del cessate il fuoco. Niente di tutto ciò diminuirà la sofferenza del popolo israeliano.”Ogni bambino palestinese ucciso è uno schiaffo alla nostra coscienza, alla nostra indifferenza, al nostro pensare ai piccoli e meschini fatti nostri, ai nostri sentimenti che possono diventare grandi sentimenti se reagiamo “al così è e non c’è niente da fare”, se iniziamo a parlare con gli altri, se iniziamo ad impegnarci in prima persona, a scendere in piazza, a unirci alle iniziative di solidarietà. Oltre all’indifferenza c’è una certa ottusità. Quello che i bombardamenti israeliani stanno facendo ai bambini di Gaza potrebbe succedere anche qua se lasciamo che i nostri governi proseguano indisturbati la corsa al riarmo e la complicità con le guerre di dominio.

Proprio di fronte alla complicità con il genocidio del popolo palestinese da parte delle grandi aziende italiane e del nostro governo, che in questo caso non applica nessun tipo di sanzione, tocca a noi che stiamo in basso fraternizzare con le nostre sorelle e i nostri fratelli palestinesi. È urgente la nostra solidarietà concreta, il nostro contributo a fermare questa macchina di morte.

FERMIAMO IL GENOCIDIO!

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