Olimpiadi di Città del Messico, 1968. Peter Norman, Tommie Smith, John Carlos, Lee Evans, Larry James, Ron Freeman, gli studenti ribelli messicani: tutti nostri fratelli. PRIMA PARTE

Olimpiadi di Città del Messico, 1968.

Peter Norman, Tommie Smith, John Carlos, Lee Evans, Larry James, Ron Freeman, gli studenti ribelli messicani: tutti nostri fratelli.

PRIMA PARTE

10 giorni prima dell’inizio delle Olimpiadi migliaia di studenti messicani protestano nelle strade di Città del Messico appoggiando il movimento internazionale del ’68 che si batteva per la dignità, la giustizia e la libertà contro l’ingiustizia, la sopraffazione, lo sfruttamento.
Il governo messicano ordina la repressione e vengono massacrati secondo le stime più attendibili più di 300 manifestanti.
Il presidente del CIO (comitato olimpico internazionale) decide che lo spettacolo deve andare avanti comunque, “perché la politica non ha nulla a che vedere con lo sport”.
Niente di più falso, l’arte richiede l’uomo intero.
6 uomini degni, grandi atleti a quell’ Olimpiade, lo testimonieranno con coraggio.
Gara dei 200 metri piani di atletica leggera.
Peter Norman, velocista australiano, conquista la medaglia d’argento.
Tommie Smith e John Carlos, due afroamericani che gareggiano per gli Stati Uniti, sono rispettivamente medaglia d’oro e medaglia di bronzo.
Peter Norman così racconta di quella sera:
«Era sera, la gara era finita da poco e ci stavamo preparando alla premiazione in una stanza dello stadio. Smith e Carlos non sorridevano: avevano appena vinto un oro e un bronzo olimpico ma erano nervosi; volevano fare qualcosa ma loro stessi erano preoccupati, esitavano. Mancava poco, dovevamo rientrare al centro del campo per ricevere le medaglie, poi Carlos se ne accorse all’improvviso: “Ho lasciato i guanti al Villaggio olimpico, mi disse, e adesso che faccio?”.

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