Intervento al Pride di Bologna di sabato scorso: FRONTEGGIAMO UNITI IL FASCISMO

Pubblichiamo il nostro intervento al Pride di Bologna di sabato scorso:

FRONTEGGIAMO UNITI IL FASCISMO

Nelle ultime elezioni europee le destre hanno ottenuto il 40% dei voti. Non è l’unico dato per interpretare la realtà; povertà, mancanza di reddito, solitudine, disperazione e mancanza di senso: a milioni di donne e uomini viene imposto questo destino niente affatto naturale bensì determinato da precisi e feroci processi economici, culturali e sociali, storicamente noti e definiti come capitalismo finanziarizzato (imperialismi in rotta di collisione tra loro: guerre commerciali, guerre guerreggiate, Siria). Il risultato elettorale è evidente. Il consenso che il popolo manifesta nei confronti del cupo servaggio delle destre al grande capitale finanziario, mostra l’evidente difficoltà delle classi subalterne, cioè del popolo, a produrre un’opposizione anticapitalista in grado di incidere sulla realtà sociale e politica. Predicare la sfiducia, quando non addirittura l’odio; aggredire con intimidazioni e botte chi è diverso, i poveri, gli omosessuali, le lesbiche, i transessuali, le donne (un femminicidio ogni 72 ore in Italia), gli emarginati; erigere il nazionalismo reazionario a sistema di pensiero; strumentalizzare barriere culturali; attaccare i diritti delle donne, tentare di imporre politiche come “prima le famiglie tradizionali”, “prima gli italiani”, “prima noi” al solo scopo di difendere il proprio benessere, vero o presunto che sia, è una trappola che nasconde le guerre del neoliberismo contro l’umanità. La più crudele delle ingiustizie! L’aggressione globale all’ambiente, con le tragiche conseguenze climatiche: la sfida più radicale al capitalismo nell’oggi perché ci sia un domani! Disoccupazione, lavoro precario, bassi salari, più bassi per le donne, intensificazione dei ritmi di lavoro: il lavoratore ideale è uno schiavo ricattato, impaurito dalla perdita del lavoro a cui estorcere la maggior ricchezza. Riduzione della scuola pubblica ad un feroce classismo attraverso la programmazione nelle scuole dell’ignoranza di ogni dimensione storica. Della sanità semiprivatizzata non parliamo, perché auguriamo a tutti, noi compresi, di non averne bisogno. Privatizzazione dei beni pubblici a cominciare dall’acqua. Cpt in cui viene rinchiuso qualunque cittadino straniero “colpevole” di non avere documenti in regola, nuovi lager che umiliano la dignità delle persone e della giustizia. Pestaggi agli immigrati, assalti ai centri sociali. Controllo e aggressione ad ogni pratica di opposizione all’esistente: basta solo indossare un maglietta antifascista per essere aggredito. L’azione che oggi scegliamo è un continuo lavoro culturale e politico per la costruzione di un ampio movimento antifascista, di tutte e tutti coloro che vedono aggredita la possibilità di vivere decentemente, con qualche solida sicurezza nel presente e nel futuro, che sappia fronteggiare unito e lottare per un programma di giustizia sociale, per una tassazione progressiva delle grandi fortune, per la difesa dello stato sociale: scuole, sanità, infanzia, previdenza (pensioni), trasporti, per la difesa della terra, cioè la difesa dei diritti sociali di tutte e tutti. Questo è il nostro indirizzo e il nostro impegno. Reagire e moltiplicare le lotte sociali e politiche, singoli che si associano, accomunandosi solidalmente, contro il fascio-leghismo, in un raddoppiato impegno morale, culturale, civile e politico, animati da un incrollabile sogno, alieno da ogni mistico alone: non consegnare il popolo ai populisti. Uniti si può fare! Con questo discorso rispondiamo all’appello “ascolta anche il lato B del movimento LGBTIQ*+: “partiamo dalla materialità delle vite queer e della condizione di classe, non vogliamo separare i diritti civili dai diritti sociali e economici. Lottiamo per l’accesso a reddito e condizioni di vita e benessere sociale senza le quali i diritti civili sono carta straccia e diventano privilegi per le coppie gay italiane” Ricche! Non è all’oggi, all’immediato, all’effimero che guardiamo. Il nostro sguardo arriva più lontano. Fino dove si vedono persone qualsiasi svegliarsi con la tenera angoscia di dover decidere del loro destino, che camminano nel giorno con l’incertezza che dà la responsabilità di riempire di contenuto la parola libertà. Guardiamo fin là, fino al tempo ed al luogo dove qualcuno regala qualcosa a qualcuno. Ed è così lontano che non si riesce a distinguere se è un fiore rosso o una stella o un sole ciò che passa da una mano all’altra. La nostra morale ha questa destinazione!

“MA ALLA POVERA MENSA È CONVITATO L’ONORE,DAL DIROCCATO STAMBUGIO ESCE INDOMITA LA GRANDEZZA” B. Brecht

Collettivo Be-Brecht www.collettivobebrecht.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *