MASSACRO DEGLI AFFAMATI A GAZA CITY, UN’INFAMIA

A Gaza City l’esercito israeliano ha sparato sulla folla che cercava pane, almeno 114 ammazzati.

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Un gran numero di palestinesi si era riunito in attesa di un convoglio di aiuti umanitari. Nel Nord della Striscia e a Gaza City manca tutto e la gente affamata aspetta gli aiuti e altri beni di prima necessità come se fosse l’ultima possibilità di vita.

Ammar Helo, un palestinese di 30 anni sopravvissuto alla strage di ieri: “Non abbiamo pane, non abbiamo farina, mangiamo il mangime per gli animali e sta finendo anche quello, tutta Gaza è distrutta, un terremoto mandato da Dio sarebbe stato meglio”. Molti feriti sono in condizioni critiche ma sono destinati a morire.

Infatti ieri ha chiuso l’ospedale Al Awda, l’ultimo funzionante nel Nord della Striscia di Gaza.Sono stati sospesi tutti i servizi medici a causa della grave carenza di carburante, medicine, cibo e molto altro. Gli ultimi 18 giorni sono stati un inferno e 4 bimbi nati prematuri rischiano la vita per disidratazione. Questo priva di tutti i servizi sanitari di base i cittadini nel Nord di Gaza. Sono oltre 25.000 i bambini e le donne uccise dall’esercito israeliano in 5 mesi.

Ogni bambino palestinese ucciso è uno schiaffo alla nostra coscienza, alla nostra indifferenza, al nostro pensare ai piccoli e meschini fatti nostri, ai nostri sentimenti che possono diventare grandi sentimenti se reagiamo “al così è e non c’è niente da fare”, se iniziamo a parlare con gli altri, se iniziamo ad impegnarci in prima persona, a scendere in piazza, a unirci alle iniziative di solidarietà. Oltre all’indifferenza c’è una certa ottusità. Quello che i bombardamenti israeliani stanno facendo ai bambini di Gaza potrebbe succedere anche qua se lasciamo che i nostri governi proseguano indisturbati la corsa al riarmo e la complicità con le guerre di dominio.

Proprio di fronte alla complicità con il genocidio del popolo palestinese da parte delle grandi aziende italiane e del nostro governo, che in questo caso non applica nessun tipo di sanzione, tocca a noi che stiamo in basso fraternizzare con le nostre sorelle e i nostri fratelli palestinesi. È urgente la nostra solidarietà concreta, il nostro contributo a fermare questa macchina di morte.

FERMIAMO IL GENOCIDIO!

Seguendo il suggerimento di un nostro interlocutore abbiamo aperto un canale Telegram! Per dialogare e criticare le nostre proposte di critica alla cultura dominante vi invitiamo a iscrivervi: https://t.me/ControculturaSpazioapertoBBrecht

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