8 marzo. Con tutte le donne che lottano nel mondo, dalla Palestina al Trentino.

Ogni ora più di 3 donne vengono uccise a Gaza. Donne e bambini rappresentano quasi il 70% del bilancio totale delle vittime, mentre quasi 900.000 donne sono sfollate e rischiano di morire di fame. 5.500 donne stanno per partorire a Gaza. Il sistema sanitario è stato distrutto dai bombardamenti Israeliani. Mancano cibo, acqua pulita, si diffondono le epidemie. Il genocidio di un intero popolo è in corso.

Intanto i femminicidi in Italia sono stati più di 100 nel 2023, crescono anche violenze, maltrattamenti e atti persecutori, quasi sempre all’interno di quella “normalità” il cui vertice e realizzazione sarebbe la famiglia. La famiglia parrebbe essere un termine stupidamente orgoglioso delle sue origini. Voce italica “famulus” che significava “servitore, domestico” e indicò inizialmente l’insieme degli schiavi e dei servi viventi sotto uno stesso tetto.

Un dato ulteriore: nella Provincia autonoma di Trento, “modello d’avanguardia” di giustizia sociale, le donne sono più povere anche in pensione. Prendono 46 milioni in meno degli uomini. Una donna in media, rispetto a un uomo, prende 770 euro in meno di pensione.

In contrasto a tali vergognose infamie, questa è l’educazione, le scelte che proponiamo:

Insorgere quotidianamente, fino nelle pieghe più piccole del nostro parlare e agire quotidiano, contro questo modello di maschile e di femminile che si riproduce continuamente e il cui modello ultimo nell’antichità era il proprietario schiavista, nel Medioevo il signore feudale, nella nostra società il miliardario padrone.

Con Gaza nel cuore.

Contro ogni violenza sui corpi, sui grandi sentimenti e sulle ragioni delle donne e di tutte le oppresse e gli oppressi l’8 marzo – così come ogni giorno – deve essere contro il genocidio del popolo palestinese e contro tutte le guerre coloniali e imperiali.

Oggi scendiamo in piazza per dire no a tutti gli imperialismi e alle mille forme del patriarcato, dalla precarietà ai femminicidi, a tutte le forme di sfruttamento e ingiustizia sociale e ambientale imposte dal grande capitale e dei suoi servi comunque mascherati.

A questa infame congrega sbarreremo il passo all’entrata del gran ballo della gioia di vivere, della giustizia sociale e della libertà.

Gran ballo che ci sarà, è sicuro che ci sarà perché noi vogliamo che ci sia, lotteremo perché ci sia.

Uniamoci nella lotta!

Un@ per tutt@!

Tutt@ per un@!

Con tutte le donne che lottano nel mondo, dalla Palestina al Trentino.

P.S. Alcuni esempi:

*Tomiri:

una regina dei Massageti, un popolo iranico stanziato in Asia centrale. è famosa per aver sconfitto e ucciso l’imperatore Ciro il Grande quando invase il suo paese per cercare di conquistarlo.

*Anna Bechis:

Figlia di operai del torinese, semi dimenticata, compì atti eroici durante la Resistenza al Nazifascismo

*Budicca:

regina della tribù degli Iceni, guidò la più grande rivolta anti-romana delle tribù della Britannia.

*Asia Ramazan:

soldatessa e attivista curda, a 16 entra nelle Unità di Protezione delle Donne per combattere l’ISIS nella guerra in Rojava dove perse la vita combattendo.

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