VENTI DI GUERRA

Il presidente del Consiglio Europeo, il belga Charles Michel, ha appena dichiarato:

“È giunto il momento di adottare misure radicali e concrete per mettere l’economia dell’Unione Europea su un “piede di guerra”.

Dobbiamo passare alla “modalità economia di guerra”.

• Il Presidente francese Macron dichiara:

“L’Europa si trova chiaramente di fronte a un momento in cui sarà necessario non essere codardi” e ipotizza l’invio di soldati sul campo contro la Russia.

• Nuovi fondi europei sempre più forniti per il riarmo con nomi che richiamano alla pace: European peace facility (da 5 siamo passati a 12 miliardi), European Defence Fund (circa 8 miliardi).

• Viene proposto di cambiare lo statuto della BEI, uno dei pilastri del sistema bancario europeo, per poter finanziare ulteriormente la corsa al riarmo.

• Il Commissario europeo Thierry Breton, con delega al mercato interno, responsabile principale per l’ industria della “difesa” (guerra diciamo noi) ormai prende istruzioni regolarmente nei suoi uffici dai grandi produttori di armi quali Airbus, Fincantieri, Leonardo, Rheinmetall, Thales, Ohb Space.

Sono gli stessi funzionari europei che finanziano le armi e allo stesso tempo vogliono l’austerità e il patto di Stabilità. Per i lavoratori europei: lacrime e sangue.

• La ministra dell’educazione tedesca Bettina Stark-Watzinger, ha affermato che gli studenti devono imparare come comportarsi nell’evenienza di un conflitto armato.

• L’amministrazione di Varsavia ha deciso di destinare 27 milioni di euro per la costruzione di rifugi anti-bomba e il governo nazionale sta studiando un piano per restaurare i vecchi bunker e costruirne di nuovi in tutto il paese, e addestrare i cittadini al loro uso.

• Intanto Copenhagen annuncia l’estensione della durata della leva e l’introduzione per le donne dal 2026: “Ci riarmiamo non per fare la guerra ma per evitarla” specifica con equivoca saggezza la premier socialista Mette Fredriksen.

• Nel frattempo in Romania, a Costanza, è iniziata “la costruzione delle nuove piste della grande cittadella per ospitare 10.000 soldati”. Si prevede una nuova mega-base NATO dal perimetro di 30 km, una “nuova Reimstein” più vicina ai confini della Russia.

Anche la presidente italiana Meloni punta tutto sul riarmo e non sul tentativo di un negoziato, accodandosi subalterna con “sovranismo” parolaio ai potenti dell’Unione Europea, nata secondo lor signori, per garantire la pace ai suoi cittadini dopo le due guerre mondiali, con tanto di Inno alla Gioia assunto come inno ufficiale. Un inno che inneggia alla fratellanza universale usato da gente che prepara la Terza guerra mondiale.

Con un produttore di armi come ministro della “Difesa” risulta evidente anche ai più sprovveduti quali interessi serve il governo italiano.

E infatti i dati Sipri (autorevole istituto di ricerca di Stoccolma) chiariscono:

L’Italia (i milionari italiani) è il paese che sta guadagnando di più delle guerre in corso e ha aumentato più di ogni altro paese le sue esportazioni di armi.

Con un + l’86% tra il 2019 e il 2023 l’Italia ha superato l’Inghilterra al sesto posto nel mondo.

E non sono guadagni per tutti, redistribuiti in basso fra lavoratori e disoccupati, ma vanno solo nelle tasche dei ricchi, dei già milionari.

Al banchetto ovviamente l’azienda italiana Leonardo la fa da padrone. La stessa azienda i cui cannoni da 76mm montati sulle Corvette della Marina militare israeliana partecipano al genocidio dei Palestinesi a Gaza.

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Mentre loro signori finanziano la guerra, in Italia 6 milioni di lavoratori dipendenti cercano di sopravvivere con 850 euro lordi al mese, quasi 6 milioni di persone vivono in povertà assoluta, il lavoro è sempre più precario e sottopagato, le morti sul lavoro continuano a crescere, gli studenti non riescono più a pagare gli affitti, si tolgono risorse all’istruzione e alla sanità pubbliche, milioni di persone non hanno il diritto a una casa dignitosa, 322 migranti sono morti quest’anno solo nella rotta del Mediterraneo centrale, il 2023 è stato anche l’anno in cui il riscaldamento globale ha frantumato ogni record, a partire da quello senza precedenti degli Oceani, fino al ritiro dei ghiacciai (perdita maggiore da quando esistono rilevazioni scientifiche 1950) e la perdita del ghiaccio marino antartico. Per l’Italia nei prossimi anni di attende un meno 50% di disponibilità idrica. A livello mondiale, entro il 2025 fino a 3,5 miliardi di persone potrebbero vivere con grande scarsità d’acqua.

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La risposta di lor signori? Riarmarsi per preparare la guerra e produrre più combustibili fossili.• Un esempio italiano: l’ENIL’amministratore delegato di ENI, il signor Descalzi, ha annunciato che Eni punta a una crescita della produzione di petrolio e gas sino al 2027 del 3-4% medio annuo: secondo l’ad, “l’estrazione continuerà ad aumentare “.

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A questo aumento contribuirà lo sfruttamento di giacimenti palestinesi di cui Israele ha concesso le licenze anche a Eni, che si rende così complice di uno Stato Genocida oltre a portarci verso il baratro ambientale.

Cosa significa infatti per ENI transizione ecologica? Business per milionari, di ecologico nulla.

L’obiettivo è l’aumento della redditività per gli azionisti, con l’asticella del rendimento del capitale investito fissato al 9% annuo.

Di questo passo Eni non ha alcuna possibilità di raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050, come aveva promesso nel 2020.Secondo l’Ong Global Witness, nel 2022-23 le 5 maggiori società occidentali del petrolio (BP, Chevron, ExxonMobil, Shell e TotalEnergies) hanno realizzato utili per 281 miliardi di dollari. Il mondo bollirà per i profitti che ingrassano i ricchi.

Il mondo si trova quindi di fronte a scenari simili a quelli che hanno preceduto sia la Prima che la Seconda Guerra Mondiale, con le potenze europee ansiose di menare le mani e gli Stati Uniti inizialmente ritirati nel proprio isolazionismo per poi cambiare postura negli anni immediatamente successivi allo scoppio dei due conflitti.

Siamo sicuri di voler rivedere e vivere tutto questo? Senza tentare tutto quello che possiamo per impedirlo?

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È il momento di impegnarsi, scendere in piazza a milioni prima che sia troppo tardi per fermare la catastrofe per noi che stiamo in basso.

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I presidenti, gli amministratori delegati delle grandi aziende, i big manager, sono sempre pronti a scappare nei loro super bunker o sui loro jet privati su isole molto lontane dal macello dei campi di battaglia.

Domanda serissima: ma perché continuiamo ad avere fiducia in questa gente, a non ribellarci a questa gente, a questo sistema?

Un sistema che con la sua capacità di mentire , ricattare, persuadere, corrompere, opprimere ci sta mandando verso un esito rovinoso.

✊🏾

Intrecciamo ed estendiamo le lotte per la giustizia sociale e ambientale, contro la guerra macello per i popoli e profitti per i milionari, contro il genocidio del popolo palestinese.

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